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La più bella delle 3 sale, esito magnifico dell’ampliamento verso piazza della fontana, è opera egregia dell’architetto Arcangelo Vici di Roccastrada e risale alla metà del 1700.
Confina lungo il muro interno con l’antico sepolcreto delle monache (attuale cripta di Santa Maria Goretti); nell’angolo in fondo a destra si sviluppa una scala elicoidale intramuraria, che sale da terra a cielo.
Il salone centrale, il cui soffitto risale agli anni di anteguerra, ha sulla destra la base del campanile, che poggia su un tratto di mura del 1490; in fondo, dietro il grande arco in laterizio, si nota un tratto della primitiva cortina muraria, risalente al 1380.
La terza sala, l’attuale “Osteria della fresca frasca”, corrisponde alla “cantina grande” della diruta rocca, la cui età risale ad un dipresso dell’anno 1430.
Da visitare gratuitamente ai Tigli
Le grotte (neviera), il chiostro e la cisterna

La “neviera”, realizzata, come testimonia Cimarelli, nel 1627 con lo scopo di fungere da ghiacciaia per il monastero, che era giunto ad ospitare quasi 100 suore: la neve postavi d’inverno, inframezzata da strati di paglia, ben coibentata “sotterra”, garantiva a lungo la conservazione dei cibi. Scendendone le scale si passa sotto alle mura, proprio dove c’era, segreta, una via di fuga: la “Porta del Soccorso”.


La cisterna corrisponde all’intera area del cortile: struttura di impeccabile fattura, idonea ad accogliere, filtrare (il pavimento di mirabili mattoni a secco poggia su un metro di ghiaia) e convogliare al pozzo acqua piovana. Tale pozzo non è solo di raccolta, ma anche “di vena”, sì che i rocchigiani, assediati, non patissero la sete neanche nei mesi del solleone. Da notare che tali manufatti sono stati resi praticabili.

Il chiostro risale alla seconda metà del 1500, quando sulle rovine della rocca, rasa al suolo da una sommossa di popolo, fu edificato il primitivo nucleo del Monastero delle Benedettine. Ha pianta quadrilatera, di 9 metri per lato; al centro si nota la vera del pozzo.
Locanda Bucci
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